La moto chopper rappresenta un’identità, un movimento vero e proprio: si tratta di un mix tra arte e ingegneria, un inno alla libertà, l’esaltazione dell’individualità, è un’attitudine, più che un atteggiamento. La chopper mania ha attraversato diversi alti e bassi, ma continua a cavalcare l’onda nel corso dei decenni.
Da dove nasce la tendenza
Quindi cos’è esattamente un Chopper? Prima di scoprirlo dovremmo fare un passo indietro e capire meglio la storia dei Bobber, naturali antenati delle “moto dalle lunghe forcelle”. Prima che il Chopper facesse il suo ingresso sulla scena motociclistica, stili come il cut-down e il bob-job si facevano già notare sulle strade e venivano chiamati in gergo “bombardieri”. Furono i soldati, tornati dalla seconda guerra mondiale, a portare il movimento “bobber” sulle strade. Molti di questi soldati, avevano sviluppato eccellenti capacità meccaniche mentre erano in servizio; avendo avuto la possibilità di lavorare anche su moto europee, all’’epoca più piccole e veloci dei modelli “made in USA”. Iniziarono a tagliare e modificare le loro moto ingombranti e pesanti, fino a volerne estrarre l’essenziale: rimuovevano i parafanghi anteriori e posteriori; i sistemi di scarico hanno lasciato il posto ai tubi diritti, i serbatoi di carburante si sono ridotti di dimensioni; gli ampi sedili in pelle con supporto a molla sono stati sostituiti con sedili imbottiti molto più piccoli.
I tratti distintivi e i concetti di base
Negli anni ’60 questa tendenza ha assunto una dimensione completamente nuova anche grazie ad un radicale cambio generazionale nel panorama dei motociclisti. Le moto custom hanno subito un’altra trasformazione: i telai venivamo allungati cambiando in modo evidente l’angolo dello sterzo, le forcelle venivano estese per permettere una posizione in sella più comoda prediligendo una maggiore altezza da terra. La misura del manubrio ha migliorato la leva ed è nata una nuova razza “più coraggiosa” di bobber: ecco che il sipario si alza sul “ Chopper”. Questa motocicletta ha alcune caratteristiche distintive come il sissybar alto, le forcelle molto estese e nessuna sospensione posteriore. Per riassumere il concetto, questo è uno stile che ha preso piede grazie al desiderio condiviso di rendere le Harley moto più leggere, agili e veloci. Tuttavia, nella natura originaria, il “Chopper Style” si sofferma meno sulla realizzazione meccanica delle motociclette e ha un intento più attento alla diffusione di una cultura motociclistica ribelle, dettando un cambiamento sociologico, risultato della seconda guerra mondiale: il desiderio di condurre una vita “wild and free”, selvaggia e libera…
Easy Rider e la diffusione mondiale
Il Chopper ha sicuramente conquistato l’immaginario collettivo dopo la pubblicazione del celebre road movie “Easy Rider”, con Peter Fonda, Jack Nicholson e Dennis Hopper, che ne è anche il regista: Il suo impatto sulla scena motociclistica è stato enorme. “Easy Rider” ha reso famoso l’iconico chopper rosso, bianco e blu e questo stile è rimasto inciso nella storia del motociclismo. Questa pellicola ha reso popolare lo stile Chopper in tutto il mondo, più di qualsiasi motocicletta. All’improvviso, persone dal Giappone, dall’Europa e dall’Australia, cominciarono a costruire sfavillanti moto snelle, leggere e dalle forcelle allungate.
Passano gli anni ma i fan del Chopper rimangono fedeli, e siamo sicuri che nasceranno anche nuovi appassionati. A quanto pare il Chopper revival è proprio dietro la curva.