Old School Biker Outlaw OnepercenterParlando di motociclisti, agli inesperti viene in subito mente il brutto, sporco e cattivo biker in sella ad una Harley-Davidson.

Certo, l'immaginario collettivo è condizionato, attraverso una immagine distorta cresciuta nel tempo, da un modello poco inerente alla cultura motociclistica ma che ormai è radicato nelle menti anche grazie a vicende e "figure" talvolta poco ammirevoli.

Le due ruote uniscono, lo penso spesso, soprattutto quando sono in viaggio. L'ho sperimentato a tanti livelli, sia tra estranei sia tra amici motociclisti.

Quando si viaggia, anche per le strade urbane, c'è sempre una sottile comunione d'intenti nell'essere al manubrio.

Del resto per rendersene conto basta considerare tutti i momenti di aggregazione che la motocicletta produce. Eventi, raduni, manifestazioni e ricorrenze sono un'ottima scusa per incontrarsi e condividere la stessa passione.

Ma è davvero questa la fratellanza? In che modo la motocicletta può unire? Si tratta solo condividere emozioni e aiutarsi nel momento del bisogno, oppure c'è qualcosa in più?

Hells Angels, la vita spericolata di Sonny BargerTanti anni fa (credo fosse il 2001...) ho letto il libro "Hell's Angel, la vita spericolata di Sonny Barger", il fondatore degli Hells Angels Motorcycle Club, il gruppo di Bikers che ha affiliati e sedi in tutto il mondo.

Nel libro, l'autobiografia di Barger, si parla di fratellanza, individuata attraverso valori quali la fedeltà al gruppo e ai compagni, nonchè a una totale disponibilità verso i componenti del proprio club di affiliazione. Il libro parla di una vita ai margini, vissuta tra atti criminosi e scorribande.

Togliendo ciò che più è negativo, rimane la creazione di un modo di vivere la motocicletta che coinvolge tutti gli aspetti della vita. Valutazioni etiche a parte, probabilmente risulta indubbio che questo sia un modo di intendere la fratellanza a volte troppo invadente e violento, ma che riesce ad avere il suo fascino.

Nell'indifferenza dei gesti quotidiani, nella miriade di informazioni che si acquisiscono in ogni istante, il concetto di fratellanza ha ancora un potere ammaliatore, legato a un ideale e a priorità assolute. Di cui capita di aver bisogno. O no? La fratellanza è un valore moderno e possibile?

La nozione di fratellanza biker, o biker brotherhood, va molto più in là di certi preconcetti.

 

I Motorcycle Clubs

Rivista del 1908 - The Motorcycle Illustrated Magazine, che riporta i primi Motorcycle ClubsIl potere aggregante della motocicletta è noto; dai tempi in cui sia esistita una motocicletta da guidare, dai tempi delle prime Indian e delle vecchie Harley (ma ancora prima, delle Europee), i motociclisti hanno sempre cercato di riunirsi in associazioni e club per condividere la propria passione.

Il Portsmouth Motorcycle Club sostiene di essere il primo Motorcycle Club negli Stati Uniti, nato nel 1893 come Portsmouth Cycling Club.

I Motorcycle Clubs (MC) più antichi, chiaramente nati in America (ad es. lo Yonkers MC di New York, il San Francisco MC, il New Jersey MC, il St. Louis MC, il Kansas City MC, l'Oakland MC o il Pasadena MC risalgono tutti ai primi del '900), erano divisi da subito in due famglie: quelli d'ispirazione sportiva (gare di velocità, di lentezza, di resistenza o di destrezza) e quelli che sostenevano il marchio di una casa motociclistica.

Ben presto nacquero altresì le federazioni nazionali, sia per sostenere il nascente settore motociclistico a tutti i livelli che per la regolamentazione di tutti questi Club. Ricordiamo la FAM (Federation of American Motorcyclists, nata da un'idea del New York Motorcycle Club) dal 1903 al 1919, divenuta poi l'AMA (American Motorcyclist Association), il corrispettivo americano della Europea FIM, Fédération Internationale des Clubs Motocyclistes del 1904, e della nostra FMI. La FAM contava circa 9000 associati già nel 1915.

Queste associazioni richiedevano una quota di iscrizione ed un pagamento mensile a tutti i mebri e sanzionavano i comportamenti degli stessi, ma in compenso premiavano quei Club che avevano la migliore organizzazione, i migliori colori, ma soprattutto pagavano bene i vincitori delle corse (i famosi Hillcimbing su per le colline, i Flat-Track, gli Short-Track o lo Speedway su sterrato o le Road-Races su circuiti asfaltati).

Nacquero, allo stesso tempo, quelle associazioni che si occupavano di regolamentare la produzione di motociclette, degli accessori e della loro commercializzazione. Ecco ad es. nel 1909 la MMA (Motorcycle Manufacturers Association) e nel 1916 la M&ATA (Motorcycle and Allied Trades Association), conglobata poi anch'essa nell'AMA nel 1924.

 

"Its objects shall be to encourage the use of motorcycles and to promote the general interests of motorcycling; to ascertain, defend and protect the rights of motorcyclists; to facilitate touring; to assist in the good roads movement; and to advise and assist in the regulation of motorcycle racing and other competition in which motorcycles engage."

 

San Francisco Motorcycle ClubI primi Motorcycle Clubs avevano infatti una estrazione unicamente corsaiola: lo scopo era quello di riunire persone che avevano in comune la passione per la motocicletta e creare una identità di gruppo, di partecipare alle competizioni ufficiali e di portare a casa un trofeo.

I membri dei Riding Clubs erano addirittura dei veri e propri gentlemen. Guidavano le loro motociclette in giacca e cravatta (i moderni Gentlemen Riders...).

Ma ad un certo punto qualcosa andò storto.

Negli USA, un paese immenso con paesaggi da favola e strade mitiche (una su tutte la Route 66), troviamo una infinità di gruppi e "famiglie allargate" che sostengono una vita su due ruote, un way of life.

Sono i Motorcycle Clubs Onepercenters.

La Historic United States Route 66 Highway

Agli albori della storia dei Motorcycle Clubs Onepercenters si possono trovare eventi che hanno fatto fragore pubblico.

Gli MC Onepercenters (contraddistinti dal simbolo "1%") entrano infatti in maniera brusca nella storia dei Bikers USA.

Siamo verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, anni in cui i reduci, tornati in patria per una ragione o per l'altra, o semplicemente perchè non riuscivano ad accettare il ritorno alla società, cominciarono a radunarsi fra loro, ritrovando il cameratismo ed il rispetto reciproco che avevano durante la guerra.

La società americana di allora, puritana e tesa verso il benessere, mal sopportava questi ingombranti personaggi, rissosi e fuori tempo, che rappresentavano ricordi che molti preferivano dimenticare.

Il loro stile era aggressivo e provocatorio, indossavano giubbotti dell'aviazione ancora ricoperti di decorazioni guadagnate in guerra e spesso anche lugubri distintivi tedeschi e giapponesi, che per tutti rappresentavano ancora lo spauracchio del nemico.

Harley Davidson WLA Liberator 1942 Motorcycles ArmyIn contemporanea l'esercito americano metteva in vendita molte delle proprie motociclette, le leggendarie Harley-Davidson WLA.

Sia per il prezzo accessibile, sia per l'affidabilità attestata durante la guerra, sia perchè ormai le conoscevano come le proprie tasche, molti di quei reduci l'acquistarono.

Cominciarono quindi a formarsi veri e propri gruppi motorizzati che passavano la maggior parte del tempo viaggiando, bevendo, facendo risse e vivendo al limite del legale.

La maggior parte di questi gruppi si costituiva in Motorcycle Club, ma non seguiva particolari regole, nè si identificava in istituzioni associazioni. Erano definiti pertanto "outlaw", senza legge.

Vi erano molti club "outlaw", tutti contraddistinti da nomi irriverenti e rabbiosi, come i Pissed Off Bastards Of Bloomington MC (POBOB), gli Outlaws MC (tuttora esistenti), i Market Street Commandos MC, i Gypsy Jokers MC (anch'essi tuttora esistenti), i Satan's Slaves MC, e i Boozefighters MC (anch'essi tuttora in attività).

Pochi anni dopo, quando i primi gruppi cominciavano ad emergere, alcuni avvenimenti causarono la scissione tra questi gruppi e l'A.M.A., ovvero la American Motorcyclist Association, che gestiva il mondo motociclistico americano (i club, i raduni motociclistici, le gare sportive e i campionati nazionali di tutti gli States) 

Il tutto accadde dopo gli ormai famosi "fatti di Hollister" (noti anche come Hollister Motorcycle Riot), fatti che portarono alla nascita del fatidico e discusso simbolo 1%.

 

I fatti di Hollister e gli Onepercenters

AMA - American Motorcycle Association, Gypsy TourLe radici del nome "Onepercenters" hanno quindi origine da un avvenimento realmente accaduto nella cittadina di Hollister, California (USA) nel caldo week-end del 4 luglio 1947, giorno della Festa dell'Indipendenza degli Stati Uniti (Indipendence Day).

Durante quel fine settimana, per via della festa, questa piccola città di provincia ospitava il Gipsy Tour Rally (come faceva ogni anno sin dagli anni '30), un raduno di motociclisti gestito dall'AMA con gare di corsa, velocità, resistenza, acrobazie e giochi e molte altre attività per il divertimento di tutti i partecipanti.

La festa, sin dal giorno precedente, si rivelò da subito presentare grossi problemi di gestione, soprattutto per un fatto: la massiccia ed inaspettata presenza di partecipanti.

Circa 4000 motociclisti, infatti, avevano sorprendentemente invaso la piccola cittadina, provenendo non soltanto dalla California, ma da tutti gli Stati Uniti (anche dal Connecticut e dalla Florida).

Ma alcuni gruppi di bikers, poco interessati a gare e trofei, iniziarono ad ubriacarsi e a provocare scompigli tra le folle, spaventando così gli abitanti della cittadina. Tra i Motorcycle Clubs più turbolenti, vi erano i Boozefighters MC, i Market Street Commandos MC, i Galloping Goose MC e i Pissed Off Bastards Of Bloomington MC.

Alcool a fiumi, gare di velocità per le strade, vetrine in frantumi, risse ed indecenze... In breve, le baruffe e i disordini coinvolsero gran parte dei bikers del raduno, ormai quasi tutti ubriachi e in preda all'eccitazione.

La piccola cittadina di Hollister, impreparata alla grande affluenza ed alla gestione del caos creatosi (con soli 7 poliziotti nel proprio organico...), entrò letteralmente nel panico. Tre giorni di panico.

 

Hollister Motorcycle Riot 1947

 

Riders, both men and women, steered their machines into bars, crashing fixtures and bottles and mirrors. They defied all traffic regulations racing full speed through the streets and intersections. Hundreds loosed bottle barrages. Bartenders halted the sale of beer, believing the group could not afford whiskey. Riotous activities continued. The bars closed two hours earlier than permitted by law (“Havoc in Hollister”).

 

Solo l'intervento dei rinforzi di polizia da varie contee vicine (e l'intervento di 40 agenti della famosa California Highway Patrol, i poliziotti della stradale americana) riuscì a riportare gradualmente l'ordine pubblico nel piccolo paese al tempo abitato da famiglie medio-borghesi e puritane, come nel tipico costume americano dell'epoca.

Molti bikers furono arrestati (otre una cinquantina) o finirono all'ospedale (una sessantina), lasciando dietro di sè il paese devastato e la popolazione sgomenta.

Life magazine, articolo dell'AMA sul fatti di Hollister - 1947La stampa parlò molto dell'avvenimento, tanto da indurre l'AMA a divulgare una comunicazione ufficiale in proposito sul proprio magazine, l'American Motorcycling.

Nell'articolo, l'A.M.A. affermava che il 99% dei motociclisti erano brave persone che rispettavano la legge, mentre solo l'uno percento di essi erano attaccabrighe, incivili e poco di buono, in contrasto con la comunità e i suoi valori.

E come se non bastasse, il Life Magazine, il più grande settimanale americano (con un pubblico di quasi cinque milioni di lettori), ne fece una questione nazionale.

L'immagine del motociclista ubriaco combaciava perfettamente con le impressioni già oscure di molti abitanti dei sobborghi, imprigionati da quegli strani individui con due ruote sotto il culo che scorrazzavano per le loro campagne - spesso in formazione militare, come i nazisti che la nazione aveva sconfitto di recente - con quei mezzi rumorosi e sinistri.

Onepercenter Diamond patch, 1960A quel punto molti componenti di Motorcycle Clubs (già peraltro organizzatisi in maniera quasi autonoma), stufi del moralismo e della monotona e bigotta gestione delle manifestazioni motociclistiche da parte dell'AMA, iniziarono ad ostentare un piccolo stemma che riportava un "1%" cucito in un rombo, e a dichiararsi per l'appunto "Onepercenters" e cioè a riconoscersi proprio in quella percentuale di faziosi da cui l'Associazione Motociclistica AMA voleva prender le distanze.

Tale idea fu in seguito portata avanti grazie all'iniziativa dello storico Presidente della sezione di Oakland (California) degli Hells Angels, Ralph Barger detto Sonny, il quale, nel 1959, convocò una delle prime "riunioni generali" di tutti i vari club "outlaw" dell'epoca, proprio al fine di costituire una gigantesca e compatta unione dei suddetti Club "Onepercenters" in opposizione all' A.M.A.

Da qui, come si diceva, la nascita del nome "Onepercenters".

Boozefighters MC, Riverside, 1948In realtà il termine "outlaw" venne usato per la prima volta nel 1948, a seguito di fatti analoghi a quelli di Hollister, accaduti al Rally di Riverside, Southern California (il Cactus Derby, organizzato dai Riverside's Bombers MC e gestito sempre dall'AMA), con cui la stampa di tutta America etichettò i migliaia di bikers intervenuti a questo raduno, "...individui senza legge".

E se dobbiamo dirla tutta, lo stesso termine "outlaw" (o meglio "outlaw Biker") era già usato sin dagli anni '20 e '30 dall'AMA nei confronti di tutti questi gruppi che non volevano conformarsi alle sue regole.

È giusto, a questo punto, fare anche ulteriore chiarezza sul termine "outlaw" che letteralmente significherebbe "fuorilegge", ma che in questa circostanza significa più precisamente "disallineato" rispetto alle regole dell'AMA.

Peraltro, da anni esisteva un MC chiamato per l'appunto "Outlaws MC", e si tratta di uno dei quattro principali MC "one percenters" (denominati i Big Four), assieme agli Hells Angels MC, ai Bandidos MC ed ai Pagan's MC. Questi MC si fregiano da sempre del simbolo dell'1% (MC Onepercenters).

Gli Outlaws rivendicano il titolo di MC più vecchio tra i Big Four. Secondo le tradizioni del Club, la nascita degli Outlaws risale infatti al 1935.

black rebel motorcycle club marlon brando schott jacket movie photo

Originariamente era chiamato "McCook Outlaws MC", aveva come simbolo una piccola moto alata ripresa frontalmente.

Il famigerato teschietto (denominato "Charlie") con le scritte in caratteri gotici fu adottato solo nel 1950, dopo il secondo conflitto mondiale, durante il quale le attività del Club furono parecchio ridotte, anche a causa della partenza per il fronte europeo di molti suoi membri.

I pistoni incrociati al di sotto del teschio furono invece aggiunti solo dal 1954 in poi, sull'onda del film "Il Selvaggio", dove Johnny (Marlon Brando) era a capo di un club di motociclisti chiamato "BRMC" ("Black Rebel Motorcycle Club", nome storico ora utilizzato da un gruppo indie-rock).

Gli Outlaws MC sono dunque tra i primi Club Onepercenters al mondo.

Hell's Angels 303rd Bombardment Group of WWII patchNon sono da meno, però, i famosi Hells Angels.

L'Hells Angels Motorcycle Club (letteralmente "club motociclistico angeli dell'inferno") o "HAMC" è nato negli Stati Uniti e oggi diffuso in tutto il mondo, i cui membri tradizionalmente montano motociclette Harley-Davidson.

Il tutto nasce da un drappello di reduci della II Guerra Mondiale che, al rientro negli Stati Uniti formarono un gruppo di motociclisti che passava la maggior parte del tempo viaggiando, bevendo, scatenando risse, vivendo tenacemente ai limiti della legalità.

Era un club "outlaw", irriverentemente chiamato i Pissed Off Bastards Of Bloomington MC.

Il 17 marzo 1948, a San Bernardino (California), i POBOB (Pissed-Off Bastards Of Bloomington) cambiarono nome in Hells Angels.

Il nome deriva da un film colossal del 1930 con Ben Lyon e Jean Harlow. Diretto e prodotto da Howard Hughes, la pellicola "Gli Angeli dell'inferno" narrava la storia di un gruppo di aviatori della I Guerra Mondiale.

Hells Angels Boeing B-17F-BO I World War

Durante la II Guerra Mondiale, tra l'altro, era divenuta pratica comune tra gli stormi dei bombardieri dell'esercito statunitense rinominare i propri aerei (Memphis Belle, ecc.) e i propri equipaggi (Panda Bears, Flying Tigers, ecc.) con nomi di fantasia che sottolineassero, nella maggior parte dei casi, il carattere coraggioso e impavido dei militari.

I primi Bikers della West Coast americana erano quindi degli ex aviatori che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale, sopra i cieli della Germania.

Sulla carlinga degli aerei avevano tante svastiche o croci di ferro in base a quanti aerei tedeschi avevano abbattuto, e hanno riportato quei simboli sulle loro moto, le mitiche Harley-Davidson WLA.

La leggenda vuole anche che i soldati americani erano soliti raccogliere le spille dai caduti dell'altro fronte attaccandole come trofei alle loro giacche o alle loro moto.

2nd World War Iron CrossIn Germania, infatti, la Croce di Ferro (Iron Cross) è una decorazione militare, tutt'oggi utilizzata dalle forze armate tedesche, che veniva conferita in tempi di guerra agli assi dell'aviazione o a chi si era distinto particolarmente sul campo di guerra.

La Croce di Ferro è stata utilizzata anche dai nazisti (con una svastica al centro) ma risale ai tempi dei Cavalieri Teutonici Tedeschi. Era l'11° secolo...

È corretto quindi affermare (in un caso o nell'altro) che i Bikers la portano sulle loro moto come simbolo che ricorda ideali cavallereschi e rappresenta il valore, il coraggio e l'onore.

Così i primi MC Onepercenters hanno visto la luce nel secondo dopoguerra ed erano per lo più composti da veterani alla ricerca di avventure e adrenalina che la vita civile non poteva più dargli dopo gli anni passati al fronte, e sono nati da una parte da un mix di tradizione e di conservazione, e dall'altra da un anelito libertario e anarcoide, che ha avuto come risultato la produzione di una subcultura alternativa e underground che si è stratificata nel corso dei decenni.

mc bikerInsofferenti alle regole e ai vecchi dettami, conducevano una vita on the road alla ricerca di una nuova forma di identità. La loro era una filosofia basata sulla fratellanza, sul rispetto e sullo spirito di corpo che unisce i membri dello stesso club, e l’orgoglio di indossare i Colori, ossia la toppa che si usa cucire sul retro di giubbotti e gilet come segno di appartenenza ad un determinato Motorcycle Club.

Con la guerra del Vietnam gli MC hanno avuto un forte aumento dei membri, poichè i veterani privati dei diritti civili trovavano al loro interno accoglienza e conforto. L'afflusso di veterani del Vietnam ha però portato la cultura delle droghe nei Club; molti soldati americani inviati in Asia si ammazzavano con qualunque tipo di droga, tanto che molti sono tornati completamente disfatti.

Gli MC hanno continuato così a ricevere etichette negative dall'opinione publica e sono stati spesso presi di mira dalle forze dell'ordine di tutto il mondo, riconosciuti addirittura in molti Paesi come organizzazioni criminali a tutti gli effetti.

Motorcycle Clubs big are not street gangsHollywood ha realizzato una serie di film che hanno contribuito in senso negativo a dare una percezione violenta di questo fenomeno.

Molti Club Onepercenters insistono sul fatto che le attività illecite vengono commesse da parte di una piccola percentuale dei membri e che non è corretto etichettare tutti allo stesso modo nè essere etichettati come delle gangs criminali (non è raro, infatti, vedere la patch "Motorcycle Clubs are not street gangs").

 

Sons of Anarchy Motorcycle Club

Alcune popolari serie televisive come Sons of Anarchy (un Motorcycle Club nato negli anni '60 da veterani del Vietnam, idealisti ed anarchici...), o quella dei Mayans MC (spin-off di Sons of Anarchy), decisamente pulp e d'azione, o ancora quella della recente Warrior, La guerra in casa, oscura crime story attorno ai reduci di guerra, ritraggono una realtà crudele e sanguinaria (anche se amletica ed intrigante) fatta da scontri tra bande rivali, brutali crimini, alcool e puttane, traffico di armi e risse da bar, illeciti e violenze d'ogni genere.

Ma non nascondono il proprio lato romantico e sentimentale, quel sentimento di unione e fratellanza che comunque contraddistingue un Motorcycle Club.

 

Negli ultimi 30 anni, si sono formati molti Motorcycle Clubs in tutto il mondo, rispettosi della legge e coinvolti in molte cause di beneficenza; purtroppo l'immagine del "Biker" è rimasta ancora lì. Lo stigma del Biker è così forte che tutti i Club sono accusati di "emulare" gli Outlaw MC. La verità è che gli Outlaw MC stanno emulando i primi veri Club, quelli della pre-seconda guerra mondiale.

Anche se la loro immagine non è sempre stata positiva, i Motorcycle Clubs hanno comunque un ruolo importante nella storia del ventesimo secolo.

E come in tutte le cose che hanno caratteristiche esoteriche, i Motorcycle Club li devi proprio andare a cercare, altrimenti si incontrano di rado in giro. Il loro mondo è fatto di party, raduni e run per "pochi intimi". Per i profani i club MC restano un'immagine sfuggente di un pacco di Harley-Davidson che a due a due sfrecciano veloci su un'autostrada, per poi sparire all'orizzonte.

 

Ma, storia a parte, chi sono oggi i Bikers? Leggi Bikers, strana gente