Harley-Davidson è uno storico marchio statunitense di motociclette; questo brand è sempre stato sinonimo di custom ed è da sempre associato ai Bikers. Ma perchè? Vediamo di analizzare la cosa...
Intanto senza alcun dubbio se si nominano le Harley-Davidson, questo nome fa immediatamente pensare alle custom americane. La nota casa motociclistica statunitense è un pezzo di storia nella cultura popolare motociclistica di tutto il mondo. Le moto prodotte da questo marchio sono mezzi cromati ed estremamente personalizzabili, per vivere le due ruote all’insegna dell’avventura.
Dal rombo basso e sinistro come una maledizione, la Harley-Davidson è un po’ la madre di tutte le motociclette, e rappresenta senza dubbio il sogno americano sulle due ruote.
La storia di questo marchio ha percorso più di un secolo, rendendo questi mezzi leggendari, tanto da essere amati in tutto il globo. Anche gli appassionati del motociclismo sportivo, che non penserebbero mai di comprare una Harley-Davidson, ne riconoscono comunque l’importanza e la grande suggestione stilistica.
Grande personalità, autorevolezza, fascino e fama di queste motociclette, sono elementi oggettivi ed indiscussi. Si tratta senza dubbio del marchio di moto custom più conosciuto e famoso al mondo.
La Harley-Davidson ha prodotto negli anni moltissimi modelli di motociclette custom. Tuttavia esistono alcuni nomi che sono entrati nell’iconografia popolare del motociclismo, tanto da diventare dei modelli leggendari che vengono ancora oggi prodotti.
I modelli più belli e popolari
Esistono almeno 5 modelli di motociclette leggendari, prodotte dal brand statunitense. Prima su tutte la celeberrima Harley Davidson Sportster.
Lo Sportster (anche detta Sporty) è senza alcun dubbio uno dei modelli più importanti e rappresentativi prodotti dalla casa di produzione americana.
Questo modello - nato per competere con le moto sportive inglesi, in particolar modo con le Triumph, molto in voga alla fine degli anni '50 - fu realizzato nell’anno 1957 (con cilindrate da 750 e 888, poi sostituita dalla 1000cc) e risulta ancora oggi apprezzatissimo dagli appassionati.
Il propulsore è un classico V di 45° con distribuzione ad aste e bilancieri, raffreddato ad aria, avente due valvole in testa per cilindro (configurazione mai mutata nella storia del modello).
La 883, rappresenta sicuramente quello che potremmo definire il modello entry level, e il modello di moto più semplice prodotto da Harley. La 1200 (cubatura introdotta negli anni '80) è la motorizzazione più potente e più diffusa di questo modello.
Come dice il nome stesso, lo Sportster nacque anche e soprattutto per l'utilizzo nelle gare sportive, sia da parte di privati che da parte della Casa in gare ufficiali (ad esempio nel "Dirt Track" o in gare su pista). Inizialmente il propulsore "Iron head" per uso sportivo era proposto nelle cilindrate di 750 cc e 1000 cc. I modelli sportivi da gara solitamente utilizzavano la sigla XR per distinguerli dalle versioni stradali, denominate XL.
Nel corso dei decenni la semplicità, l'economicità e la versatilità di questo modello (caratteristiche intrinseche mai venute meno) hanno trasformato la Sportster in un vero e proprio fenomeno di culto del mondo biker.
Tra i modelli più rappresentativi del brand, vi è certamente la Harley-Davidson Heritage Softail Classic. Si tratta sostanzialmente del classico modello custom americano. La Heritage, categoria Touring, fa parte della famiglia Softail e si differenzia principalmente dagli altri modelli, per la diversa forma del telaio e per la particolare geometria della sella, delle pedane e del manubrio. La posizione di guida è tipicamente all’americana, ovvero più distesa.
Negli anni, questo modello ha montato diversi tipi di motore, come il Big Twin Evo 1340cc; un altro motore montato da questo modello di moto è ad esempio il Twin Cam da 1450cc.
La Harley-Davidson Dyna Glide debutta ufficialmente nel 1991 con il primo modello della famiglia con la FXDB Sturgis, motorizzata con un Evolution 80 (1340cc), per passare poi al Twin Cam 88 (1450 cc) poi 96 (1580cc) e 103 (1690cc) fino alla sua fine.
I Dyna si contraddistinguono per la posizione di guida “custom” con l’aria in faccia e la posizione delle gambe in avanti. Il telaio introdotto è più semplice e robusto di quello dell’FXR, e per la prima volta il serbatoio dell’olio non è più sotto la sella del guidatore, ma il lubrificante è contenuto in un carter posto sotto al motore, direttamente nella trasmissione.
Il Dyna nasce con un cannotto di sterzo inclinato di 32° fino all’arrivo nel 1995 del Super Glide con un cannotto inclinato di 28° che donano alla moto una maneggevolezza mai raggiunta prima e molto apprezzata dalla clientela europea.
Il Dyna ha sempre dimostrato doti di guidabilità e comfort di marcia mai raggiunti dagli altri modelli Harley-Davidson. I modelli più iconici sono il Super Glide Sport, il Low Rider e il Wide Glide, che si rifanno come stile ai modelli FX, tutti modelli che si prestano alla famosa customizzazione "Club Style" (con T-Bar alto e cupolino fumè), oggi tanto in voga...
Il modello Dyna è uscito di produzione nel settembre 2017 assieme al motore Twin Cam.
Vogliamo infine citare altri modelli rappresentativi come il Road King, il Fat Boy e l'Electra Glide.
I tracciati migliori per queste moto
Sicuramente per le Harley-Davidson e per tutte le moto caratterizzate da un telaio rigido e dunque con caratteristiche strutturali decisamente non sportive, i tracciati migliori sono certamente le grandi strade d’asfalto, longilinee e caratterizzate dall’assenza di pendenza. Le motociclette di questo tipo sono state studiate e realizzare per transitare sulle grandi strade americane.
Per questa ragione le Harley Davidson vengono definite le regine dell’asfalto.
Celebre la classica iconografia biker, che vede queste motociclette transitare sulle classiche strade larghe ed interminabili che caratterizzano la geografia degli Stati Uniti d’America. Un classico esempio è la celeberrima Route 66.
Sicuramente il territorio dei paesi europei, è ben diverso dalla realtà d’oltreoceano. Sarà comunque possibile utilizzare queste motociclette caratterizzate da telaio rigido, sull’asfalto delle grandi strade europee. Le motociclette Harley-Davidson non sono concepite per transitare in tratti stradali particolarmente articolati e caratterizzati da una pendenza importante e da delle curve particolarmente insidiose. La seduta di una moto Harley-Davidson è molto bassa, e le vibrazioni percepite sono decisamente più importanti di quelle percepite su una moto con caratteristiche e telaio sportivi o da gran turismo.
Il marchio
Il marchio Harley-Davidson fu fondato nel 1903 negli Stati Uniti, nella città di Milwaukee.
Le premesse della fondazione dell’azienda avvennero tuttavia due anni prima, quando due amici di infanzia - William Silvester Harley e Arthur Davidson, aiutati da Walter Davidson, fratello maggiore di Arthur- installarono un motore su una bicicletta, realizzando una sorta di primo mezzo a due ruote motorizzato.
Questo modello fu ovviamente un disastro, a causa delle grandissime perdite di olio e delle vibrazioni che non riuscivano ad essere sopportate dal telaio debole della bicicletta. Tuttavia questa creazione, diede ai due giovani lo spunto per andare a scrivere la storia del motociclismo mondiale.
Nell’anno 1904 fu aperta la prima concessionaria. Tuttavia in quell’anno si produssero solo tre motoveicoli Harley-Davidson.
Bisognerà attendere l’anno 1906 per la creazione di un vero e proprio stabilimento produttivo, creato a Milwaukee, dove ancora oggi si trova il quartier generale dell’azienda storica.
Nel 1907 la produzione Harley-Davidson crebbe notevolmente e vennero così realizzati nuovi impianti produttivi. In questo modo fu possibile in quell’anno produrre 150 motociclette.
Nel corso della prima guerra mondiale le Harley-Davidson vennero ampiamente utilizzate dalle forze statunitensi nel corso del conflitto.
Alla fine del primo conflitto mondiale, Harley-Davidson era divenuto il più grande costruttore di motociclette al mondo.
Con il secondo conflitto mondiale, il brand statunitense tornò a produrre un grandissimo numero di motoveicoli (il mitico modello WLA), messi a disposizione delle truppe americane nel corso di tutto il conflitto.
I primi ad impossessarsene nel dopoguerra furono, non a caso, reduci e veterani (e non erano in pochi...), che le conoscevano come le proprie tasche. I primi Old School Bikers, padri dei Motorcycle Clubs.
Negli anni ’50, Harley-Davidson rimase l’unico marchio sul mercato e prosperò fino alla crisi degli anni ’70.
Per la rinascita del marchio bisognerà attendere l’anno 1981, nel quale della nuova liquidità venne immessa nelle casse del marchio, grazie all’intervento di 13 nuovi investitori, tra cui Willie G. Davidson, erede e nipote di uno dei fondatori.
Willie G., designer, vice presidente e capo del settore design, contribuì alla rinascita della casa di Milwaukee progettando personalmente la nuova gamma dei modelli Harley-Davidson di quegli anni, come la Super Glide e la Low Rider.
Si puntò finalmente sulla qualità e soprattutto si progettò ex novo, con tecniche informatiche, una innovativa gamma di propulsori, denominati Harley-Davidson Evolution: in tal modo le vendite aumentarono rapidamente; fu però solo con l'introduzione del modello Softail Custom nel 1984 (FXSTC "coda soffice": sistema di ammortizzatori adeguatamente posizionati ed occultati ad imitazione della linea dei vecchi telai rigidi delle Hydra Glide) che HD tornò ad esser leader nel mercato delle moto di grande cilindrata (sopra i 750cc), grazie anche e soprattutto ai nuovi propulsori Evo.
Il nuovo modello Softail Fat Boy nel 1990 confermò la grande ascesa della casa di Milwaukee, ormai tornata saldamente ai vertici del mercato e celebrata sugli schermi cinematografici, ad esempio nel film Terminator 2 - Il Giorno del Giudizio, in cui Arnold Schwarzenegger guida appunto tale modello in una lunga sequenza di inseguimenti.
In quegli anni, quindi, avvenne il grande consolidamento del marchio che lo traghetta così solido fino ai giorni nostri.
Nonostante la Harley-Davidson sia sempre stata considerata come un marchio conservatore, rimasto molto fedele ai progetti tradizionali e raramente incline alle novità, negli ultimi anni sembra aver optato per progetti più innovativi.
Il 2014 è caratterizzato dall'inizio della vendita sui mercati europeo ed americano della Street 750, che monta il nuovo propulsore denominato Revolution X, prodotto in India (nelle cilindrate 500cc, non disponibile sul mercato italiano, e 750cc).
Tali propulsori sono derivanti dal progetto del motore Revolution della V-Rod (realizzato in collaborazione con Porsche), infatti sono dotati di raffreddamento a liquido e cilindri inclinati a 60° con 4 valvole in testa. La trasmissione è a sei marce (come ormai per quasi tutti i nuovi modelli, ad esclusione delle Sportster) mentre la distribuzione è la classica finale a cinghia dentata in kevlar.
L'estetica dei modelli è in stile Dark Custom ma più "urbana", essendo queste delle motociclette leggere e destinate ad una clientela verosimilmente giovane e nuova per la Casa, un po' come accadde alla presentazione della Sportster negli anni '50.
Inoltre nel 2014 viene presentato il Progetto LiveWire: si tratta della prima motocicletta interamente elettrica della casa di Milwaukee.
Harley-Davidson ha depositato, infine, un elenco di modelli 2019 alla National Highway Traffic Safety Administration, e tra questi c’è la FXDR 114, una "power cruiser" motorizzata con il recente propulsore Milwaukee-Eight 114 da 1870cc (appunto 114 pollici cubi) da 91 cavalli.
Oltre a questo modello non possiamo non menzionare le varie CVO (il leggendario programma Custom Vehicle Operations) e Touring Limited, Street Glide e Road Glide, tutte su telaio Softail e spinte da una versione più performante del motore Milwaukee-Eight 117 da 1923cc nonchè dotate di serie del moderno sistema di infotainment Boom! Box GTS (con impianti che possono arrivare a 1200w di potenza), di fari a led Daymaker, sistemi keyless per l’avviamento senza chiavi, ABS, vernici CVO Fade Painting e quanto di meglio può offrire la moderna tecnologia. Le altre Touring, resto a parte, rimangono fedeli al Milwaukee-Eight 107 (1745cc) con 4 valvole per cilindro, introdotto nel 2017.
I prezzi, inutile a dirlo, sono davvero proibitivi.
È stato recentemente annunciato che la Casa di Milwaukee presenterà una nuova piattaforma modulare di modelli da 500cc a 1250cc che comprende tre distinte aree di prodotto e quattro cilindrate, a partire dalla prima motocicletta Cruiser di derivazione Adventure Touring, l'Harley-Davidson Pan America 1250, dal modello Custom 1250cc e dal modello Streetfighter 975cc, tutti previsti per il lancio a partire dal 2020.
Tutti pazzi per le Harley
Il segreto è sentirsi parte di una comunità. Trasversale, transnazionale, magari non giovanissima eppure entusiasta. Con una sola precisa condizione: guidare un'Harley Davidson.
Che non è solo una moto, ma uno stile di vita, un modo di essere. Agli altri, che la definiscono un cancello lento, inutile e ferroso, restano le briciole.
Vestiti di nero, borchiati, barbe lunghe e incolte, i Bikers parcheggiano le loro Harley-Davidson e non ce n'è una uguale all'altra; alcune appena ritoccate, altre customizzate a dovere, altre completamente trasformate fino a sfiorare l'opera d'arte al punto che sembra impossibile andarci sopra.
Le Harley-Davidson si portano dietro quella componente residuale tipica di un pubblico adulto, l'ultimo cresciuto in era analogica e dotato di quella capacità d'acquisto che le giovani generazioni non riescono più a sostenere.
Non è un mistero che la moto di Milwaukee sia carissima, soprattutto rispetto ai competitor giapponesi... e allora la nuova strategia di marketing punta su nuovi modelli più leggeri, anche di prezzo, che dovrebbero catturare l'interesse dei ragazzi, a cominciare dalla 750 (cilindrata molto bassa per la Harley) o la 883 Iron, ovvero la Sportster che oggi va molto di moda.
Certo non mancano le regine della strada, le leggendarie Road King ed Electra Glide, arricchite di particolari tecnologici che fanno storcere il naso ai puristi. Si tratta però di farci l'abitudine perché le nuove HD avranno magari meno appeal ma sono diventate finalmente affidabili (...o forse no?).
Le belle donne poco vestite, sono parte integrante dell'immaginario Harley, ma ci sono sempre più ragazze che guidano questa moto così pesante e massiccia che, avendo il baricentro basso, si tiene facilmente in strada.
Impossibile stabilire l'identikit preciso del Biker, così bardato da loghi e simboli...
Ognuno di loro ha comunque da raccontare storie di viaggio e avventura; è un rito che si ripete sempre uguale da anni, cambiando il meno possibile, teatro dell'unica moto in grado di imporre il proprio immaginario e renderlo modello di vita.